Caro direttore Jacobelli,
Ho letto questo suo articolo – editoriale sull’elogio a Llorente e concordo in pieno. E’ evidente che nella risoluzione consensuale del contratto abbia pesato la signorilità dell’uomo Llorente, prima ancora del calciatore Llorente. Potremmo dire in questo caso che lo stile Juventus sta allo stile Llorente. Ed è proprio su questa fuoriuscita che volevo la sua opinione da equilibrato intenditore di calcio, opinione sollecitata dai numeri eccellenti del biennio di Llorente da lei elencati.
Era evidente che con l’acquisto di Mario Mandzukic a giugno, non potevano coesistere in rosa due prime punte con le stesse caratteristiche (alti e forti fisicamente di testa). Perlomeno di questo alto profilo in termini di spessore e soprattutto d’ingaggio. Con la fuoriuscita di Llorente vero è che la Juventus risparmierà 18 milioni d’ingaggio lordi, spalmati nel prossimo biennio. Tuttavia è altrettanto vero che il sostituto ideale di Llorente (Mandzukic), percepirà mi pare all’incirca lo stesso ingaggio che si risparmierà con la rescissione dello spagnolo. A questo va aggiunto l’ammortamento del costo del cartellino, essendo il croato arrivato a Torino per 19 milioni di euro più due di bonus. Considerato che entrambi i giocatori sono sovrapponibili anche in termini generazionali, Llorente 30 anni (85), Mandzukic 29 anni (86), la domanda è d’obbligo. Era necessaria questa sostituzione – rivoluzione concernente Llorente?
Alla domanda si può rispondere sia sotto il profilo del bilancio societario che su quello sportivo. Se da un punto di vista economico-finanziario la risposta parrebbe no (anche per via della mancata plusvalenza causa rescissione), da un punto di vista sportivo la risposta è più articolata e complessa. Proprio per questo giro alla sua competenza questo secondo aspetto sportivo della domanda.
Grazie